Operare con i sordi significa, innanzitutto, interagire con persone che hanno una diversa ricezione della realtà circostante, al di là del tipo di sordità che hanno, della scelta riabilitativa realizzata, della modalità comunicativa preferita e della propria storia personale.
Essere sordi significa, appunto, non sentire.
Anche se esistono moderne tecnologie che permettono di raggiungere livelli di autonomia fino a poco tempo fa impensabili e tecniche di riabilitazione efficienti, la biologia di partenza rimane quella che è, caratterizzata dalla presenza di un deficit sensoriale.
A partire da questo presupposto, si può concepire come si possa parlare di una psicologia della sordità: essendo la sordità una caratteristica forte dell’essere, è inevitabile che influisca sullo sviluppo della persona.
Nella storia di ciascuno di noi, esistono delle variabili, che influenzano il nostro porsi al mondo, la nostra personalità ed il nostro pensiero. Pertanto, se non si prendesse in considerazione la sordità come tratto determinante, si correrebbe il rischio di delineare una valutazione distorta e non rispecchiante il reale profilo psicologico della persona in questione.
Lungi dal volere evidenziare la sordità come il tratto più importante della personalità, si intende qui illustrare perché si può, e si deve, parlare di una psicologia della sordità: soltanto prendendola in esame è possibile, in seguito, realizzare un intervento mirato sulla persona, ad hoc, e, quindi, contribuire ad un reale miglioramento della sua qualità di vita.
Attualmente si sta assistendo ad un cambio generazionale, veicolato dal progresso tecnologico: nella moderna concezione, molti interventi medici propongono l’impianto cocleare e nuove relative tecniche logopediche come soluzione riabilitativa.
Ciò, oltre che ad essere un cambiamento importante dal punto di vista medico, lo è anche dal punto di vista psicologico. Infatti sta cambiando anche il modo di essere nel mondo della persona sorda che, rispetto al passato, si trova a fronteggiare tematiche psicologiche e relazionali differenti.
In questo senso, è fondamentale considerare come il cambiamento culturale influisca sullo sviluppo sulla psiche della persona sorda di oggi: l’emergere delle attuali questioni psicologiche richiedono, appunto, interventi qualificati, moderni.
Comunque, al di là delle scelte riabilitative o mediche, l’attenzione posta in studio è rivolta alla persona.
“Persona” intesa per quello che è, nel rispetto della sua storia e delle sue scelte.
Il fine ultimo è quello di raggiungere uno stato di benessere psicologico, al di là della sordità.
La risoluzione del disagio avviene tramite un percorso di cambiamento mediato dallo scambio comunicativo (counseling) e passo dopo passo, la persona viene guidata al miglioramento della propria qualità di vita, grazie ad un potenziamento delle proprie risorse.